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Nei contributi qui presentati, vengono analizzati alcuni momenti e figure della vita e del dibattito politico in Italia, nel dodicennio che precede l’esplosione del 1968. Sono evidenziati – nella continuità delle diverse culture politiche – gli elementi di discontinuità, le incrinature, i dissensi, le eterodossie, le polemiche: tutto ciò che in qualche modo, può essere considerato un dato “preparatorio” del sommovimento di fine decennio.
1968 --- culture politique --- rupture --- Italie --- continuité
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«Possiamo parlare di interessi propriamente religiosi (definiti ancora in termini generici) quando, accanto alle domande magiche che sempre sussistono, almeno in certe classi, fa la sua comparsa anche una domanda propriamente ideologica, vale a dire l’aspettativa di un messaggio sistematico capace di conferire un senso unitario alla vita, proponendo ai propri destinatari privilegiati una visione coerente del mondo e dell’esistenza umana e dando loro i mezzi per realizzare l’integrazione siste...
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Salvatore Vendittelli collabora con Carmelo Bene nei primi di attività dell’attore e regista pugliese, fra il 1961 e il 1971. Un periodo cruciale dell’attività di Bene, ancora oggi poco indagato, che attraverso questo libro possiamo conoscere e comprendere meglio nei suoi diversi aspetti. Le parole appassionate di Vendittelli inoltrano il lettore nello straordinario e magmatico laboratorio teatrale di Bene, evidenziando gli snodi principali del suo lavorio artistico, nonché i picchi della su...
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Quali possibilità di "riconoscersi" ha un popolo che ha perduto la propria patria, che è sul punto di perdere la propria lingua e che ovunque si stabilisca, in Europa, è considerato straniero, vessato e trattato in modo ostile, oppure, in America, costretto a un traumatico processo di omologazione? La letteratura, certo, la narrativa, i romanzi, i racconti: ma questo varrà solo per pochi acculturati. Bisognerà, quanto meno, che tale messe di ricordi, memorie, documenti e affabulazioni, trovi il modo di farsi spettacolo, di rappresentarsi sui palcoscenici, offrendosi prima di tutto nella vivezza concreta dell’invenzione teatrale; poi, successivamente, nel cinema, nei film. Questo volume a più voci racconta per la prima volta con cura l’avventuroso rapporto tra il teatro yiddish e il cinema, intendendo con ciò il dialogo tra le due arti e le rispettive prospettive critiche. Il tutto con riferimento ad alcune decine di film che oggi si possono vedere in edizione restaurata.
cinema --- Yiddish theater --- theater
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« Au début des années 1980, à l’occasion des fêtes du mois de Shaban au cours desquelles guérisseurs, voyantes et voyants de la confrérie gnawa – on les appelle mokadma et mokaddem – de Marrakech renouvellent et parfument leurs autels dédiés aux génies et, lorsque c’est possible, leur garde-robe, j’avais rituellement offert au mokaddem Laïachi Hamshish une choukara, une de ces besaces brodées que quelques vieux Marocains portent encore sous leur djellaba. Je demandai à Laïachi de me céder son ancien sac en échange du nouveau, ce qui le fit bien rire. Il s’exécuta volontiers après avoir transféré dans la besace neuve son sepsi et sa blague à kif, quelques pièces de monnaie, deux cauris, une carte d’identité écornée et un paquet de cigarettes Casa Sport à moitié vide. Des années plus tard, au cours de la dernière lila où Laïachi officia dans les semaines précédant sa mort, il me contraignit à entrer dans la raba, l’espace consacré dédié à la montée et la descente des génies, et à danser toute la nuit. Un cadeau d’adieu, en quelque sorte. Depuis lors, j’ai vécu sur quatre continents et dans mon bocage natal mayennais quelques aventures marquantes liées à ce monde de forces. Autant de secrets parfumés que j’ai précautionneusement mussés dans la choukara de Laïachi jusqu’à aujourd’hui. » Jerzy Grotowski, la forêt polonaise, le chant du tambour, la danse avec les génies gnawa au Maroc, la forêt sacrée d’Oshogbo au Nigéria, les guérisseurs de la Mayenne : dans cette Conférence des sept parfums, Pierre Guicheney nous conte par fragments qui sont autant de découvertes une vie de voyage dans quelques régions invisibles du monde visible.
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In che modo può l'arte affiancarsi alla crescita e stimolare l'immaginario mantenendo una funzione critica? "Crescere nell'Assurdo. Uno sguardo dello Stretto" indaga queste domande, formulate da Altre Velocità all'interno del progetto "Crescere spettatori", e le relaziona allo Stretto di Messina, dove processi contraddittori di simbolizzazione e di erosione dell'identità storica convivono con strascichi di un patrimonio popolare ancora vitale e con forme di resistenza culturale. Coniugando un ricco apparato iconografico con le parole di studiosi, critici e prestigiosi artisti del panorama messinese, il volume ripercorre le tracce di un tempo perduto di cui pensiero e arte rinnovano la memoria e la capacità di azione, andando incontro al territorio. Propone, così, un cammino che ci interroga sulle forme, oltre che sui contenuti, di un'educazione al pensiero critico dentro e fuori dalle istituzioni scolastiche e universitarie.
art --- Strait of Messina --- resistance --- critical thinking
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In quarant’anni di ininterrotta attività, Silvio d’Amico ha influenzato la scena italiana del Novecento come pochi altri uomini di teatro hanno saputo fare. A partire dai suoi esordi come critico ‘militante’ sulle pagine dell’«Idea Nazionale », ha perseguito con rara coerenza e costanza la sua battaglia per una scena rinnovata e contro il modello ottocentesco del Grande Attore e delle compagnie di giro. Per comprendere il suo percorso, culminato in una delle più resistenti egemonie culturali...
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A Odessa fu Jacob Adler, giovane campione di boxe e di ballo, a dare vita al primo teatro yiddish russo. Negli Stati Uniti Boris Thomashefsky, giovanissimo immigrato senza alcuna formazione specifica, fondò la prima compagnia yiddish professionale. Adler diventò un attore-mito con il soprannome di Grande Aquila, Thomashefsky fu il re dello shund, l’amato e disprezzato teatro- spazzatura. Per oltre un ventennio l’amicizia e la concorrenza tra i due diedero l’impulso più rilevante a un genere spettacolare al tempo stesso popolare e innovatore, capace di proporre in scena episodi biblici e scabrosi fatti di cronaca, controversie filosofiche e battaglie politiche. Le donne che i due incontrarono e che li affiancarono come attrici e compagne di vita furono altrettanto fondamentali nel determinare la fisionomia del teatro yiddish nella transizione dalla vecchia Europa a quella Amerike nella quale le più diverse etnie e culture cercavano di costruirsi un futuro di benessere e felicità. Sempre mescolando divertimento e commozione, risate e lacrime, il teatro yiddish realizzato durante pochi decenni tra il xix e il xx secolo da alcune centinaia di artisti straordinari non fu soltanto il principale elemento identitario di una comunità ma anche un incredibile laboratorio senza il quale il teatro contemporaneo sarebbe molto più povero.
Russia --- shund --- Yiddish theater
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Esperienza e coscienza sono concetti in grado di collegare approcci all’emozione estetica distanti per impostazione e cultura come quelli del pensiero indiano medioevale, della teoria psicologica vygotskijana e delle moderne neuroscienze cognitive. Le arti performative costituiscono un campo di studio ideale per cercare di individuare gli elementi che identificano l’esperienza estetica come fenomeno peculiare del comportamento umano, ove i dati della percezione sono elaborati nel contesto di uno stato della coscienza distinto da quello quotidiano. Ogni indagine di questo fenomeno, che oltrepassa il mero interesse artistico, deve necessariamente articolarsi secondo un approccio interdisciplinare, armonizzando dati empirici e fenomenologici all’interno di definite coordinate storico-culturali.
experience --- consciousness --- aesthetics --- performing arts
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«Che cos'è l'Esistente? Che cosa penso quando penso l'Esistente?» Nel pieno sviluppo della filosofia positiva, l'Esposizione del 1844 getta nuova luce sulla Naturphilosophie di Schelling, mostrandone l'estrema rilevanza all'interno del percorso speculativo del filosofo.
philosophie --- Schelling
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